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Breve storia della Missione di Lunzu

La missione di Lunzu era stata iniziata e portata avanti negli anni, dai Padri Monfortani olandesi i pionieri della missionarietà cattolica in Malawi fin dal 1901. A Lunzu c'erano allora 10.000 cristiani e circa 10 out-stations, piccole chiese periferiche, succursali della Parrocchia. Al nostro arrivo il Parroco era appunto un monfortano olandese, egli fu l’ultimo missionario europeo e nel 1992 cedette la missione al Clero diocesano locale.

Insegna dell'ospedale Mlambe - click per ingrandireNel 1963 le Suore monfortane olandesi comperarono un pezzo di terreno da una famiglia italiana che possedeva una piantagione di tabacco nelle vicinanze. Allo stesso modo anche la chiesa parrocchiale fu costruita su quel terreno, così come l’ospedale di “Mlambe”, nome locale del baobab di cui esiste una pianta enorme dietro la casa delle Suore.

Albero di baubab - click per ingrandireNamwera fu la nostra prima missione FALMI in Malawi, il nostro campo d’apostolato, quando vi giungemmo nel 9 marzo 1974 mettemmo piede nel “cuore caldo dell’Africa”, così la gente del luogo definisce il proprio Paese. Imparammo il Chichewa, la lingua locale, presso le Suore tedesche di Mangochi, il capoluogo di Namwera. Lavorammo in quella missione per sette anni, impegnate nelle attività dell’ospedale, direttamente o indirettamente.

Nel 1980 il Presidente del Consiglio dell’ospedale di Mlambe, Lunzu, della Diocesi di Blantyre venne a Namwera per invitarci a spostare il nostro campo d’apostolato missionario nell’ospedale da lui diretto. Egli porgeva questa proposta in nome dell’Arcivescovo Monsignore James Chiona, nuovo proprietario dell’ospedale, infatti, nel 1976, le Suore Monfortane olandesi a causa della mancanza di vocazioni avevano ceduto l’ospedale facendolo divenire così diocesano. L’Arcivescovo aveva costituito un Consiglio d’amministrazione che continua anche nel presente a condurre l’ospedale. A quel tempo non c’era un dottore al Mlambe hospital, la Suora dottoressa che c’era prima era andata via all’improvviso e non era stata sostituita.

Casa missionaria delle FALMI a LunzuLunzu, per noi FALMI, abituate a vivere in un modesto e sperduto ospedaletto di missione a Namwera, lontano dai centri abitati di una certa grandezza, sul confine con il Mozambico ci sembrò una metropoli quando ne sentimmo parlare la prima volta. Eppure, quando vi arrivammo, il 27 aprile 1981, costatammo che esso era poco più di un villaggio anche se affollato, distante solo una ventina di chilometri da Blantyre, città principale del Malawi. Lunzu era attraversata da una strada asfaltata, che però s’interrompeva poco più avanti e collegata con le altre città del Paese da rari, sbuffanti pullman dell’epoca vittoriana. Vi era un misero e cadente ufficio postale, qualche negozietto in muratura e poco più. Lunzu è attraversata anche dall’omonimo fiume da cui prende nome tutta la zona, esso si getta nello Shine, poi nello Zambesi e infine nell’Oceano indiano.

L'ospedale di Lunzu e il suo giardino - click per ingrandireSolo l’ospedale troneggiava, allora come ora di là dal ponte, su un’altura ben visibile anche da molto lontano, con la sua maestosa facciata. Tutti coloro che visitano l’ospedale di Lunzu restano colpiti dalla sua maestosità, dalla curata architettura, dalla luminosità ed ampiezza delle corsie e dei corridoi, dalla molteplicità dei servizi medici. Tutti esclamano “Che bell’ospedale!”. Veramente il Mlambe hospital è il primo degli ospedali missionari del Malawi, per la sua grandezza e struttura. Attualmente, dopo successivi ampliamenti, l’ospedale dispone di 254 posti letto, con tutti i reparti necessari agli ammalati.
La chiesa parrocchiale era costruita in un avvallamento prima del ponte e visibile solo quando le si giungeva vicino. Accanto sorgeva la scuola di base, con le sue numerose aule, insufficienti allora come ora a contenere i mille e più alunni che la frequentano, tuttora si vedono insegnanti che si servono dell’ombra degli alberi per le loro lezioni all’aperto.
Ventuno anni fa le costruzioni erano veramente misere, più simili ad ovili o stalle per le capre e le mucche che per accogliere i piccoli alunni. Così uno dei primi aiuti che le FALMI diedero alla missione fu quello di far costruire delle ampie aule scolastiche, ariose e luminose. Altri ambienti furono realizzati a beneficio della Parrocchia: un salone parrocchiale, stanze per i diversi incontri, l’asilo, tutto quello che mancava, ma di cui si vedeva la necessità.
Il nostro arrivo fu atteso e benedetto dalla gente del posto.
Mancando un dottore all’ospedale Germana, la dottoressa FALMI si mise subito al lavoro.

La Missionaria Germana Munari mentre visita un paziente in ospedale - click per ingrandire La Missionaria Germana Munari mentre visita una donna in ospedale - click per ingrandire La Missionaria Germana Munari mentre opera un paziente in ospedale - click per ingrandire
La Missionaria Germana Munari mentre gioisce con una mamma e il suo bimbo - click per ingrandire La Missionaria Germana Munari mentre visita una giovane mamma - click per ingrandire La Missionaria Germana Munari mentre visita una donna lebbrosa - click per ingrandire

Le altre due missionarie della Comunità FALMI s’impegnarono subito a tempo pieno nell’attività pastorale della Parrocchia. Allora non c’era il Consiglio pastorale e le diverse catechesi erano portate avanti in modo sporadico.

La Missionaria Anna Tommasi con due ragazze - click per ingrandire La Missionaria Anna Tommasi in compagnia di una famiglia del villaggio - click per ingrandire La Missionaria Anna Tommasi mentre anima un incontro di gruppo e di preghiera - click per ingrandire

Con l’aiuto di generosi benefattori fu possibile costruire una “casa di preghiera” vicino alla Parrocchia dove nel corso degli anni le missionarie si sono prodigate con generosità all’insegnamento del catechismo per le diverse categorie di persone, adulti e bambini, all’insegnamento del cucito e del ricamo alle ragazzine. Oltre a queste cose le missionarie portavano la loro carità anche nei vicini villaggi e si occupavano di molte altre cose.

La Missionaria Caterina La Scala mentre distribuisce caramelle ai bambini - click per ingrandire La Missionaria Caterina La Scala mentre distribuisce viveri ad un uomo del villaggio - click per ingrandire

Nel 1988 la Comunità FALMI di Lunzu iniziò a pensare di accogliere eventuali vocazioni locali, si costruì una costruzione annessa alla casa che fu chiamata “eremo francescano”, nel 1993 questo, fu ulteriormente ampliato per offrire ospitalità anche a parenti, amici o benefattori in visita alla missione e comunità.

Il 30 dicembre 1993, sorella morte ci tolse la nostra Fondatrice Lina Servetti, lei aveva vissuto con la Comunità del Malawi fin dagli inizi! La sua assenza è tuttavia solo corporale mentre il suo ardente spirito missionario, la sua rinomata ed apprezzata dedizione all’attività apostolica, l’esempio della sua umile ed instancabile ausiliarietà restano vivissimi nella sua Comunità e a Lunzu.

La Missionaria fondatrice FALMI Lina Servetti con un gruppo di ragazzi - click per ingrandire La Missionaria fondatrice FALMI Lina Servetti con un gruppo di ragazzi - click per ingrandire La Missionaria fondatrice FALMI Lina Servetti che cura un lebbroso - click per ingrandire

Anche Caterina dopo quasi 30 anni di vita missionaria in Malawi ha dovuto a malincuore lasciare la sua Missione, la sua comunità, il suo apostolato per rientrare in patria. Di recente, insieme a Germana a Lunzu si e aggiunta Anna, una nuova FALMI, incaricata principalmente dell’animazione vocazionale, senza però escludere gli altri campi della pastorale. Si seguono i gruppi di Terziari francescani e i giovani della GIFRA, affinché lo spirito serafico possa iniziare e continuare ad incarnarsi anche nei cristiani di Lunzu e di tutto il Malawi, dove già ha posto le sue radici.

Questa è brevemente la storia dell’attuale nostra missione a Lunzu, in Malawi, ex Nyassaland, in altre parole “terra di fuoco”.
Possa il fuoco dell’ardore missionario della nostra Fondatrice, continuare ad essere alimentato dalle giovani aspiranti malawiane che ultimamente si stanno avvicinando alla FALMI, in numero sempre crescente.
Possa la nostra gente continuare a beneficiare del servizio missionario delle FALMI, in Parrocchia ed altrove. Possa l’augurio francescano di “Pace e Bene” trasmettersi e vivere sempre più in questa giovane Chiesa nel “cuore caldo dell’Africa”.

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